L’osteoporosi è una frequente complicanza a lungo termine del trauma midollare (SCI), dovuta alla riduzione della densità minerale ossea (BMD) a causa di un’iperattivazione degli osteoclasti. Nei casi più severi, si verificano danni ossei e fratture da fragilità che riducono la qualità della vita e aumentano il rischio di disabilità.
Il trattamento convenzionale dei pazienti con osteoporosi prevede la supplementazione di vitamina D, la stimolazione elettrica funzionale e un adeguato programma di esercizi, nonostante ci siano limitate prove scientifiche a supporto.
L’utilizzo dei bisfosfonati si è dimostrato utile nel migliorare e prevenire l’osteoporosi attraverso l’inibizione dell’attività degli osteoclasti, ma resta da chiarire l’efficacia e la sicurezza di questi trattamenti nei pazienti con SCI.
Per questo motivo, Wu et al. hanno condotto una revisione con metanalisi della letteratura sull’effetto dei bisfosfonati, in particolar modo lo zolendronato, analizzando la BMD e gli indici di turnover osseo.
Dai dati presenti in letteratura, i bisfosfonati risultano efficaci nel migliorare la BMD di anca e colonna lombare con follow-up di 12 mesi, riducendo il rischio di fratture. In particolare, lo zolendronato risulta essere il farmaco più efficace rispetto gli atri bisfosfonati, inibendo la farnesil difosfato sintasi 17 volte di più dell’alendronato e 67 volte più del pamidronato. Tuttavia, nella SCI il segmento maggiormente colpito da un aumentato turnover osseo e da fratture patologiche è il ginocchio e i bisfosfonati non hanno particolari effetti preventivi a livello del terzo distale di femore.
Un fattore fondamentale da tenere in considerazione è il grado di lesione. Infatti, classificando i pazienti con la scala dell’American Spinal Injury Association (ASIA), quelli con lesione completa (ASIA-A) hanno un rischio 6,17 volte maggiore di avere una bassa BMD rispetto ai pazienti con lesione incompleta, confermando come il carico e gli esercizi appropriati favoriscano l’incremento della BMD negli arti inferiori.
Per quanto riguarda la sicurezza, c’è una significativa differenza negli effetti collaterali tra il gruppo trattato con i bisfosfonati e quello trattato con il placebo, sia nella somministrazione orale (sintomi gastrointestinali), sia nella somministrazione endovenosa (sintomi influenzali), senza però registrare serie conseguenze.
Gli studi inclusi nella metanalisi hanno mostrato come, a differenza del pamidronato, gli effetti di alendronato e zolendronato siano efficaci anche nella prevenzione a lungo termine della perdita di massa ossea, ma sono necessari ulteriori studi nei pazienti affetti da SCI.
In conclusione, il trattamento precoce con bisfosfonati si è dimostrato efficace per l’aumento della BMD dell’anca e della colonna lombare a 12 mesi in modo sicuro per il paziente, rappresentando una valida soluzione per gestire in modo ottimale i pazienti con SCI, prevenendo le complicanze ossee dalla patologia.

Alessandro de Sire
Professore Associato di Medicina Fisica e Riabilitativa
Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche
Università “Magna Graecia” di Catanzaro
Coordinatore Nazionale della Sezione OrtoMed Giovani

Articolo recensito:
Wu Y, Wang F, Zhang Z. The efficacy and safety of bisphosphonate analogs for treatment of osteoporosis after spinal cord injury: a systematic review and meta-analysis of randomized controlled trials. Osteoporos Int. 2021 Jun;32(6):1117-1127. doi: 10.1007/s00198-020-05807-0.