È stata recentemente pubblicata una revisione di Falsetti et al. sulla rivista scientifica “Biomedicines” circa il ruolo della Irisina come nuova strategia terapeutica nel trattamento della Osteoporosi post-menopausa e di un suo possibile utilizzo come biomarker nella Sarcopenia, facilitandone la diagnosi e la gestione farmacologica. Nello specifico, lo studio si è soffermato su come l’Osteoporosi post-menopausa e la Sarcopenia spesso coesistano, determinando una condizione patologica definita Osteo-Sarcopenia che sottolinea il legame tra Osso e Muscolo, entrambi sottoposti a condizioni di stress.
I pazienti affetti da Osteo-Sarcopenia presentano un più alto rischio di frattura rispetto a chi soffre singolarmente di una delle due condizioni patologiche, con un associato maggior tasso di mortalità.
Nonostante diversi studi abbiano evidenziato gli effetti positivi dei farmaci sul trattamento della Sarcopenia, ad oggi non esiste una terapia farmacologica specifica.
Diversi lavori in letteratura hanno, inoltre, analizzato come durante e a fine esercizio fisico, le fibre muscolari scheletriche secernono molecole biologicamente attive, chiamate Miochine, che sono citochine o peptidi sintetizzati, esercitanti effetti autocrini o paracrini sulle fibre muscolari responsabili della loro secrezione, ed effetti endocrini, agendo su tessuti lontani dal sito di secrezione.
Tra le varie Miochine esistenti, lo studio in questione si è concentrato sulla Irisina, poiché rappresenta una delle scoperte più recenti e perché agisce da punto di comunicazione tra Osso e Muscolo, fungendo come potenziale biomaker nella perdita della microarchitettura ossea e nella massa muscolare. E’ stato, infatti, riscontrato come i livelli di Irisina siano positivamente correlati con la massa ossea, ma anche con la forza e la massa muscolare.
In particolare, nel muscolo l’Irisina promuove la differenziazione Miogenica e la fusione dei Mioblasti, inducendo l’ipertrofia e migliorando la rigenerazione muscolare attraverso la sua capacità di attivare cellule satelliti e incrementare la sintesi proteica.
Sull’Osso, invece, l’Irisina stimola la proliferazione e la differenziazione degli Osteoblasti, attraverso l’attivazione di Protein-Kinasi, e blocca la differenziazione degli Osteoclasti, modulando il fattore nucleare Nf-kB e il RANK-L. Riveste, inoltre, un ruolo di stimolazione del tessuto adiposo bianco, promuovendo l’attivazione delle cellule B e riducendo i livelli di glucosio aumentando la sensibilità insulinica a livello muscolare e nel tessuto adiposo.

Nella fattispecie, la suddetta revisione ha analizzato gli studi presenti in letteratura circa:

  1. Il ruolo della Irisina nella Osteoporosi Post-menopausa
    Quattro studi eseguiti in laboratorio su topi e gatti sottoposti a ovariectomia inducendo, di conseguenza, una condizione di menopausa hanno evidenziato come l’inoculazione di Irisina fosse in grado di incrementare la densità minerale ossea (BMD), lo spessore trabecolare e di inibire l’apoptosi degli osteoblasti. Allo stesso tempo, sono stati riscontrati effetti positivi dell’esercizio fisico cronico sulle Ossa, correlati all’aumento dei livelli di espressione dell’Irisina nei topi, suggerendo un suo potenziale ruolo come biomarker nella prevenzione e nel trattamento dell’Osteoporosi.
    Ulteriori dieci studi su donne in fase post menopausa o su uomini presentanti quadri di Osteoporosi e Osteopenia hanno analizzato un rapporto inversamente proporzionale tra elevati livelli di Irisina e presenza di pregresse fratture di natura Osteoporotica, indipendentemente dai livelli di Vitamina D e altri markers ossei, evidenziando l’azione protettiva dell’Irisina sul BMD.
  2. Il ruolo della Irisina nella Sarcopenia
    Tredici studi su uomini e donne presentanti un quadro di Sarcopenia hanno evidenziato come i livelli sierici di Irisina fossero significativamente inferiori rispetto a gruppi di controllo di persone non Sarcopeniche. In particolar modo, è stato riscontrato come una concentrazione sierica di Irisina inferiore a 1 ng/mL comportasse un rischio del 95% di sviluppare Sarcopenia, giungendo alla conclusione che l’Irisina possa essere considerata un biomarker nella diagnosi precoce di Sarcopenia. Un ulteriore lavoro ha evidenziato una correlazione positiva tra i livelli di Vitamina D e di Irisina e di come, attraverso una supplementazione di Vitamina D, la concentrazione plasmatica di Irisina aumentasse, rallentando l’insorgenza della Sarcopenia. Due studi invece, non hanno riscontrato differenze significative tra i livelli di Irisina in persone con Sarcopenia e persone sane. Tuttavia, i limiti esplicati dello studio risiedevano nella diversità dei pazienti affetti da Sarcopenia, con la necessaria distizione tra persone con coesistente obesità e/o buono stato nutrizionale e pazienti con malnutrizione e/o cachessia, oltre che la nota difficoltà di misurare oggettivamente e in maniera uniforme la Sarcopenia.

Questa revisione ha quindi fornito descrizione ed evidenze su come l’Irisina possa essere utilizzata come biomarker per l’OsteoSarcopenia e, allo stesso tempo, su come possa essere considerata un possibile futuro strumento di trattamento dell’Osteoporosi post-menopausa, in quanto in grado di prevenire la perdita di massa ossea, e della Sarcopenia, in quanto determina un aumento della massa muscolare e un miglioramento della funzione muscolare.

Alessandro de Sire
Professore Associato di Medicina Fisica e Riabilitativa
Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche
Università “Magna Graecia” di Catanzaro
Coordinatore Nazionale della Sezione OrtoMed Giovani

Articolo recensito:
Falsetti, I.; Palmini, G.; Donati, S.; Aurilia, C.; Iantomasi, T.; Brandi, M.L. Irisin and Its Role in Postmenopausal Osteoporosis and Sarcopenia. Biomedicines 2024, 12, 928. https://doi.org/10.3390/ biomedicines12040928